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Ginkgo Biloba: l’albero più antico del mondo

Il Ginkgo Biloba è una pianta appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae. Questa è nota fin dall’antichità per le sue preziose proprietà benefiche. E’ considerata, infatti, la più antica pianta medicinale e le sue proprietà principali sono quelle antinfiammatorie e antiossidanti. La sua assunzione sembra avere un effetto positivo sulla circolazione sanguigna, sul cervello, sugli occhi e sulle orecchie. Inoltre, l’estratto di semi, contiene sostanze che aiutano ad eliminare batteri e funghi patogeni. Negli ultimi anni, le proprietà del Ginkgo hanno suscitato molto interesse, pertanto i ricercatori si sono impegnati in numerosi studi, effettuati sui principi attivi presenti all’interno della pianta. 

Ma quali sono i benefici del Ginkgo Biloba? Quali sono i principi attivi che hanno permesso a questa meravigliosa pianta di attirare l’attenzione della medicina e della scienza?

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Cos’è il Ginkgo Biloba

Il Ginkgo Biloba è una pianta definita da Charles Darwin un “fossile vivente”. La scoperta delle sue foglie fossilizzate, ha confermato che quest’albero era presente già all’epoca dei dinosauri.

Si tratta di un arbusto imponente che può superare i 30 metri di altezza. La chioma può raggiungere un’ampiezza di 10 metri e ha una forma piramidale nelle piante più giovani, mentre in quelle più anziane è ovale. La corteccia è liscia e argentata, ma con il passare degli anni diventa di color marrone scuro. Le foglie sono decidue a forma di ventaglio, ma con un margine ondulato e con molte nervature. Alla loro nascita, in primavera, presentano un colore verde chiaro, mentre in autunno, prima di cadere, diventano quasi dorate.

Il Ginkgo è un albero gimnosperma, il che significa che non presenta fiori, ma delle strutture dette coni o strobili. Inoltre, si tratta di una pianta dioica, ossia presenta sia delle parti maschili che femminili separate su diverse piante.

L’estratto delle foglie è ricco di sostanze antiossidanti molto benefiche per la salute, in particolar modo per il trattamento dei sintomi della demenza vascolare o degenerativa. La polpa e i semi, invece, sono utilizzati come antielmintici o vermifughi.

Le foglie, fresche o essiccate, e i semi sono le parti medicinali utilizzate, in quanto contengono numerosi componenti bioattivi:

  • Glicosidi flavonoidi
  • Terpeni trilattoni
  • Biflavoni
  • Proantocianidine
  • Alchilfenoli e acidi fenolici

Origini e storia

Il Ginkgo Biloba è una delle piante più antiche presenti nel mondo, tanto da essere nominata “fossile vivente”. Infatti, esistono prove della sua esistenza risalenti fino a 200 milioni di anni fa in Europa e in Nord America. Tuttavia, pare che le sue origini siano in Cina, precisamente nella regione montuosa dello Zhejiang, nella quale sono stati trovati fossili che risalgono all’era mesozoica, e anche in Giappone. L’uso di questa pianta è rimasta in effetti confinato in Cina per secoli, fino al 1690, quando il botanico Engelbert Kaempfer la portò in Europa. Successivamente, nel 1771 il botanico Linneo la classificò per la prima volta, descrivendone le caratteristiche.

Il nome “ginkgo” deriva dal giapponese Yin-kuo, che significa “albicocca d’oro”. Il termine “biloba“, invece, si riferisce alla forma della foglia, a 2 lobi.

Oltre ad essere considerato l’albero più vecchio presente sulla Terra, il Ginkgo Biloba è anche uno dei più longevi. Infatti, può vivere fino ai 1000 anni. In Giappone è considerato addirittura un albero sacro, tanto che spesso si trova nei pressi dei templi. Proprio per questo, si pensa che la specie sia stata preservata grazie alla coltivazione dei monaci cinesi nei luoghi di culto.

Oggi il Ginkgo Biloba è diffuso in tutte le aree temperate del pianeta, come pianta ornamentale da parco e giardini. È considerato un albero leggendario, in quanto ha resistito ai peggiori inquinamenti del ventesimo secolo e, soprattutto, ai residui della bomba atomica di Hiroshima.

Le proprietà del Ginkgo Biloba

Nella medicina cinese il Ginkgo veniva utilizzato a scopo terapeutico per curare diverse patologie, come quelle legate all’invecchiamento, all’asma, alle bronchiti, ai problemi renali e vescicali. Gli studi scientifici sulle potenzialità terapeutiche di questa pianta sono molto recenti e i risultati non sono ancora del tutto chiari. Tuttavia, in base alle ricerche condotte in vitro e in vivo su modelli animali, il Ginkgo sembra abbia le seguenti proprietà:

  • Antiossidanti
  • Cardioprotettive
  • Antinfiammatorie
  • Neuroprotettive
  • Antiaterosclerotiche
  • Antivirali
  • Immunostimolanti
  • Antiasma

Secondo recenti studi, i flavonoidi, presenti abbondantemente in questa pianta, ringiovaniscono il plasma, rinforzano i vasi e ripuliscono il sangue dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Inoltre, aiutano a proteggere le pareti dei vasi sanguigni dal rischio di permeabilità.

terpeni, in particolare il ginkgolide B, inibiscono il fattore di aggregazione delle piastrine nel sangue, stimolando la circolazione sanguigna ed evitando la formazione di trombi e malattie cardiovascolari. Grazie a queste proprietà, le foglie di Ginkgo Biloba sembrano essere utili anche nel trattamento di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, caratterizzate da perdita di memoria, disturbi dell’attenzione e umore depresso. Infatti, questa pianta pare migliorare le abilità mentali e la concentrazione, grazie all’aumento del flusso sanguigno al cervello.

Alcuni studi ritengono, inoltre, che il Ginkgo abbia anche proprietà antitumorali. Il suo estratto, infatti, grazie all’attivazione di un particolare gene (p53) che protegge il nostro corpo dai danni al DNA e dal cancro, può ridurre la proliferazione e favorire la distruzione delle cellule maligne dei carcinomi epatici.

Per quali patologie è più utilizzato?

Il Ginkgo Biloba viene utilizzato soprattutto per il trattamento dei seguenti disturbi:

  • disturbi di memoria;
  • mal di testa, vertigini e acufeni;
  • difficoltà di concentrazione;
  • disturbi dell’umore;
  • disturbi della circolazione;
  • sindrome di Raynaud;
  • problemi cognitivi associati alla malattia di Lyme;
  • infezioni batteriche;
  • ansia e depressione;
  • disfunzioni sessuali;
  • sindrome premestruale;
  • schizofrenia;
  • glaucoma;
  • retinopatia diabetica e degenerazione maculare senile.

Gli antiossidanti di cui è ricco il Ginkgo Biloba, oltre ad eliminare i radicali liberi e a riparare, quindi, i danni dell’invecchiamento, sono in grado di potenziare le difese immunitarie dell’organismo.

Effetti collaterali del Ginkgo Biloba

Se assunto nelle dosi raccomandate, il Ginkgo è considerato sicuro. Tuttavia, è possibile che la sua assunzione in alcuni pazienti comporti l’insorgenza di lievi effetti collaterali, come: 

  • disturbi di stomaco
  • costipazione
  • mal di testa
  • capogiri
  • accelerazione del battito cardiaco
  • reazioni allergiche cutanee

E’ opportuno sottolineare che l’estratto di semi di Ginkgo deve essere assunto con maggiore cautela, in quanto contiene una tossina che può provocare effetti collaterali come convulsioni e perdita di coscienza.

Controindicazioni

Il Gingko Biloba deve essere assunto esclusivamente sotto forma di estratti. Le parti intere della pianta, infatti, possono contenere alti livelli di sostanze tossiche, che possono causare gravi reazioni allergiche.

I soggetti che devono fare particolarmente attenzione sono:

  • chi soffre di allergie (incluse quelle ai farmaci);
  • soggetti che assumono medicinali, fitoterapici o altri integratori;
  • chi soffre (o ha sofferto) di diabete, convulsioni, problemi di coagulazione;
  • in caso di gravidanza o allattamento.

È importante, inoltre, informare chirurghi e dentisti dell’assunzione di Ginkgo biloba, perchè può interferire con la coagulazione del sangue, causando emorragie. In questi casi, l’assunzione dovrebbe essere interrotta almeno due settimane prima di un intervento.

In età pediatrica il Ginkgo è considerato un rimedio sicuro se assunto per brevi periodi di tempo. Nelle donne adulte, invece, può interferire con il concepimento.

La poesia di Goethe

” Gingo biloba ” (in seguito diventato ” Ginkgo biloba “) è il titolo di una famosa poesia scritta dal poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, pubblicata per la prima volta nel 1819. Nella prima versione, Goethe decise di utilizzare il termine “Gingo” invece di “Ginkgo” per evitare il suono duro della lettera “k”. Il componimento è dedicato a Marianne von Willemer, moglie del banchiere di Francoforte Johann Jakob von Willemer. La poesia conteneva al suo interno anche due foglie di Ginkgo biloba, che richiamavano due cuori e suggerivano una riflessione sul concetto di unità.

Gingo biloba

La foglia di quest’albero, dall’Oriente
affidato al mio giardino,
segreto senso fa assaporare
così come al sapiente piace fare.

E’ una sola cosa viva,
che in se stessa si è divisa?
O son due, che scelto hanno,
si conoscan come una?

In risposta a tal domanda,
trovai forse il giusto senso.
Non avverti nei miei canti
ch’io son uno e doppio insieme?

In conclusione

Il Ginkgo Biloba ha sicuramente una lunghissima storia alle spalle, molto affascinante e curiosa. Oltre alle sue origini, però, sono senz’altro interessanti tutti i benefici che questa pianta porta con sé da millenni. Il Ginkgo, assunto come integratore, può aiutare il nostro organismo per il trattamento di moltissimi disturbi.

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