Sommario
L’uva ursina è una pianta medicinale nota soprattutto per le sue proprietà antisettiche, diuretiche e antinfiammatorie, efficaci nel contrastare le infezioni urinarie, come ad esempio la cistite. Questa pianta arbustiva, appartenente alla stessa famiglia del mirtillo (Ericaceae), è molto conosciuta nelle regioni dell’emisfero settentrionale, in particolare Canada, Caucaso, Siberia e Nord Europa. In Italia, invece, si trova solo nelle zone montuose alpine e appenniniche, fino ai 2400 metri di altitudine. Nella tradizione popolare è chiamata anche uva orsina, uva selvaggia o uva dell’orso, in quanto sembra che le sue bacche siano piuttosto gradite agli orsi. In fitoterapia, si utilizzano prevalentemente le foglie, ricche dei principi attivi più importanti, responsabili delle principali proprietà benefiche della pianta.
Ma che cos’è l’uva ursina? Perchè è così benefica per le vie urinarie?
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Che cos’è l’uva ursina?
L’uva ursina, il cui nome botanico è Arctostaphylos uva ursi, è un piccolo albero rampicante e sempreverde tipico delle zone montuose dell’emisfero nord. Si tratta di un rimedio tradizionale utilizzato in erboristeria e fitoterapia grazie alle sue proprietà antisettiche, utili soprattutto per il benessere delle vie urinarie. Per le preparazioni erboristiche e fitoterapiche, si utilizzano in particolare le foglie, ricche di eterosidi fenolici, tannini, flavonoidi e triterpeni.
L’uva ursina è originaria delle regioni temperate del nord Europa, Asia e nord America. È una pianta perenne legnosa, con fusti ramificati e foglie resistenti, che raggiunge un’altezza di 15-30 centimetri. Fiorisce tra aprile e maggio, quando appaiono dei fiori rosei a forma di piccole campanelle. I suoi frutti rossi dal sapore delicato e piacevole hanno un diametro di 4-6 millimetri.
Origine e storia
L’uva ursina è considerata una delle droghe più antiche. Il suo utilizzo, infatti, risale addirittura alla preistoria. Originaria delle regioni dei nativi nordamericani, alcuni resti della pianta sono stati ritrovati nel sito archeologico dell’Isola Royale, nell’Oceano Atlantico. E’ interessante sapere come in molte tribù lontane tra loro, sia localmente che tradizionalmente, la pianta venisse utilizzata allo stesso modo. Infatti, il legno serviva per fare punteruoli, il carbone veniva utilizzato per colorare, le foglie e i frutti erano usate come medicine o erbe da fumare.
La pianta fu importata in Europa dall’Asia, con il nome di Fackashapuk, per essere miscelata con il tabacco. Nel XVI secolo la scuola medica di Montpellier, osannava questa pianta per le sue proprietà diuretiche, che contribuivano a sciogliere piccoli calcoli e disinfettavano le vie urinarie. L‘uva ursina deve al suo nome al botanico francese Michel Adanson, che nel 1763 fu il primo a classificare la pianta con il termine greco “actòs“ (orso), facendo riferimento alla credenza popolare secondo cui gli orsi ne sarebbero ghiotti. Tuttavia, fu il farmacologo Girardi a scoprire per primo nel 1764 le proprietà benefiche derivanti dall’uso fitoterapico dell’uva ursina. Il suo utilizzo principale è rimasto poi invariato nel corso dei secoli.
Le proprietà
Come abbiamo spiegato nei paragrafi precedenti, la pianta è nota fin dall’antichità per l’azione antibatterica e antinfiammatoria data dalla combinazione di particolari principi attivi. Questo la rende un rimedio naturale molto efficace per il trattamento delle infezioni del tratto urinario e per tutti quei disturbi di origine batterica che provocano stati infiammatori.
Il principio attivo responsabile di quest’azione benefica è l’arbutina, un antibatterico naturale. L’arbutina, prima di raggiungere le vie urinarie, subisce una trasformazione nell’intestino, liberando così una sostanza capace di neutralizzare i batteri presenti. Questo effetto è amplificato da un ambiente basico, pertanto è fondamentale mangiare molta frutta e verdura a foglia larga, oppure consumare piccole quantità di bicarbonato di sodio per alcalinizzare le urine. Inoltre, i tannini presenti nell’uva ursina, svolgono un’azione astringente, utile per il trattamento della diarrea e delle infezioni urinarie seguite da minzione dolorosa e forte bruciore.
Quando e come usare l’uva ursina
L’uva ursina può essere utilizzata per il trattamento di moltissimi disturbi, in particolare:
- cistite (acuta e cronica)
- uretrite
- colibacillosi
- ipertrofia prostatica
- cistiti da catetere
Attualmente nel mercato si trovano preparazioni come infusi, decotti o macerati freddi. Nelle erboristerie e nei negozi specializzati, l’uva degli orsi è disponibile anche sotto forma di tintura madre. Tuttavia, è possibile trovare integratori alimentari adatti alla cura delle infezioni urinarie contenenti uva ursina e altri preziosi ingredienti, come il mirtillo rosso, il d-mannosio, il ginkgo biloba, i semi di pompelmo.
Uva ursina VS cistite
Le infezioni alle vie urinarie sono molto diffuse e la cistite, in particolare, è un disturbo che riguarda soprattutto le donne. Questo perché l’uretra femminile, oltre ad essere più corta di quella degli uomini, è molto più vicina al retto, pertanto il transito di batteri intestinali verso la vescica è facilitato. Inoltre, le variazioni ormonali tipiche del periodo mestruale o della gravidanza, possono favore la comparsa di cistite, in quanto alterano il pH vaginale.
Tuttavia, esistono alcuni comportamenti che possono favorire l’esposizione all’infezione. Tra i più comuni troviamo:
- igiene intima poco accurata o eccessiva;
- uso di biancheria intima sintetica;
- alimentazione sbilanciata;
- stitichezza cronica.
E’ importante sottolineare che l’azione benefica dell’uva ursina va sempre supportata da un corretto stile di vita. Infatti, tutto parte sempre da ciò che mangiamo e chi soffre abitualmente di infezioni urinarie dovrebbe prestare molta attenzione alla propria dieta alimentare.
Oltre ad evitare o ridurre il più possibile il consumo di alimenti irritanti (come caffè, spezie, alcool, formaggi stagionati), si consiglia di:
- Bere molta acqua per favorire la diuresi, così da aiutare il corpo ad eliminare i batteri;
- Eliminare o ridurre al minimo il consumo di zucchero e dolcificanti, per evitare di alimentare i batteri responsabili della cistite;
- Consumare ogni giorno 4 porzioni di frutta e verdura ricche di vitamine C ed E, utili per aiutare le difese naturali del corpo.
Controindicazioni
Come tutte le sostanze naturali e non, anche l’uva ursina ha alcune controindicazioni. Essendo un drenante e un diuretico, si sconsiglia l’uso in caso di patologie renali, in quanto può sovraccaricare il lavoro dei reni. Inoltre, va evitata l’assunzione in caso di gravidanza, allattamento, ipersensibilità e in età pediatrica.
Se assunta per lunghi periodi, l’uva ursina può provocare problemi gastrici, quali irritazioni alla mucosa gastrica, nausea e vomito. Per questo motivo il suo utilizzo non dovrebbe superare i 10-12 giorni consecutivi. Inoltre, è importante rispettare le indicazioni fornite dal proprio medico di fiducia.
Durante l’assunzione si consiglia di bere almeno 2 litri di acqua al giorno. Infine, si consiglia di evitare l’associazione con alimenti, farmaci e piante acidificanti, come ad esempio agrumi, Rosa canina, Acerola, poiché ne ridurrebbero l’attività disinfettante.
In conclusione
Nonostante siano necessari ulteriori studi scientifici approfonditi, sono molteplici le proprietà attribuite al consumo di prodotti a base di uva ursina. Grazie alla presenza di importanti principi attivi come i flavonoidi e l’arbutina, l’uva dell’orso è in grado di ridurre i batteri presenti nelle urine, combattendo i disturbi del tratto urinario, comprese le infezioni e le infiammazioni a carico di reni, vescica, uretra e altri disturbi come aumento della minzione, minzione dolorosa, presenza di acido urico o altri acidi in eccesso nelle urine. Inoltre, alcuni studi hanno evidenziato gli effetti benefici dell’uva ursina contro costipazione e bronchite.
Insomma, le proprietà benefiche di questa pianta sono innumerevoli e preziose. Non ci resta che attendere i risultati di nuove ricerche, che siamo certi andranno solamente a confermare ed aggiungere benefici utili al nostro organismo.
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