fermenti lattici migliori

Fermenti lattici migliori: scopri quali sono!

Avrete sicuramente già sentito parlare di fermenti lattici. Al giorno d’oggi, infatti, le pubblicità in televisione e gli articoli su giornali specializzati riguardanti questi prodotti naturali sono sempre più frequenti. Ma cosa sono esattamente i fermenti lattici? A cosa servono? E soprattutto, quali sono i fermenti lattici migliori?

In questo articolo cercheremo di rispondere nel migliore dei modi a queste domande, andando ad approfondire le proprietà organiche, le differenze tra i diversi tipi di fermenti e le diverse possibilità di utilizzo.
Continuate a leggere per saperne di più!

Cosa sono?

Con il termine fermenti lattici si intende l’insieme dei batteri lattici, ossia dei microorganismi che si sviluppano durante la fermentazione del latte. Questi permettono la metabolizzazione del lattosio, il componente principale del latte, che viene trasformato in acido lattico. Ad oggi i fermenti lattici vengono spesso creati appositamente in laboratorio, senza essere estratti direttamente dal latte.

I batteri che favoriscono l’assorbimento del lattosio sono molti, tuttavia non tutti agiscono in maniera benefica per il nostro corpo. Quelli che apportano benefici sono i fermenti lattici probiotici o fermenti lattici vivi.

Fermenti lattici e fermenti lattici probiotici: differenze

I termini fermenti lattici, fermenti lattici probiotici e probiotici spesso si usano come sinonimi. Tuttavia, non è corretto, in quanto si tratta di microorganismi batterici diversi. I probiotici sono una particolare tipologia di fermenti lattici, la cui caratteristica principale è quella di arrivare vivi all’intestino. I fermenti lattici probiotici appartengono, quindi, anche al macrogruppo dei probiotici. In altre parole, possiamo dire che tutti i probiotici sono fermenti lattici, ma non tutti i fermenti lattici sono probiotici.

Tra fermenti lattici e fermenti lattici probiotici esistono delle analogie. La principale è che entrambi i microorganismi sono in grado di produrre acido lattico, mentre la differenza è che solo i probiotici sopravvivono dopo l’ingestione e rimangono vivi per tutto il tratto intestinale.
Una volta giunti nell’intestino, i fermenti lattici probiotici si moltiplicano e agiscono su tutto l’organismo espletando le attività metaboliche. La loro funzione principale è quella di riequilibrare la flora batterica intestinale. Sono molti i benefici dei fermenti lattici e non riguardano solo l’apparato gastrointestinale, ma anche l’apparato urinario e la pelle.

Fermenti lattici: a cosa servono?

Come vi abbiamo accennato nei paragrafi precedenti, la principale funzione dei fermenti lattici è quella di migliorare o mantenere l’equilibrio della flora batterica intestinale. Questa, infatti, può essere alterata da moltissimi fattori, che a loro volta possono provocare disturbi intestinali più o meno gravi. Le alterazioni nell’equilibrio della flora batterica intestinale sono chiamate disbiosi.

I fermenti lattici aiutano a prevenire la disibiosi, agendo sul pH intestinale aumentandone l’acidità, migliorando la produzione di muco intestinale e sintetizzando sostanze in grado di impedire la proliferazione di batteriocine, ossia batteri dannosi per l’intestino.

Un’altra importante azione benefica riguarda la sintetizzazione della vitamina K e delle vitamine del gruppo B. Inoltre, i fermenti lattici contribuiscono all’assorbimento di calcio e magnesio.

Quando assumerli?

Di seguito, vediamo in quali casi è consigliata l’assunzione di fermenti lattici:

  • Diarrea: in caso di diarrea, infettiva o causata da terapie antibiotiche, i fermenti lattici sono utili poiché sono in grado di abbreviarne e ridurne i sintomi. Spesso, essi vengono prescritti anche per prevenirne l’insorgenza;
  • Intestino pigro e stipsi cronica: i fermenti lattici probiotici aiutano a riattivare la motilità intestinale e migliorare la flora batterica. Questo permette di ammorbidire le feci rendendole più facili da espellere;
  • Meteorismo: i fermenti lattici permettono di contrastare e ridurre la produzione di gas, diminuendo il gonfiore addominale e contrastando il fenomeno del meteorismo;
  • Sindrome dell’intestino irritabile: i fermenti lattici possono aiutare a trattare i disturbi legati a questa patologia cronica, riducendo l’irritazione intestinale;
  • Intolleranza al lattosio: in questo caso i fermenti lattici non rappresentano una cura, tuttavia aiutano a limitare i disturbi causati da questa intolleranza;
  • Infezioni e irritazioni: i fermenti lattici possono essere prescritti anche in caso di infezioni batteriche alle vie urinarie o ai genitali (ad esempio candida o cistite) o in caso di irritazioni cutanee come dermatiti o lievi sfoghi.

E’ necessario sottolineare che, nonostante si tratti di un prodotto naturale, in caso di patologie è sempre meglio consultare il proprio medico prima di iniziare una cura.

Quali sono i fermenti lattici migliori?

I probiotici esercitano numerose azioni benefiche nell’organismo e ogni ceppo ha una funzione specifica. In generale i ceppi dei Bifidobatteri e Lattobacilli sono i fermenti lattici migliori per il benessere del corpo umano.

Questi “micro-alleati” regolano la motilità intestinale, producono acido lattico e garantiscono l’integrità dei tessuti di tutto il tratto gastroenterico. Di seguito vediamo quali sono quelli più importanti.

Lactobacillus salivarius LS33-1

Questo probiotico è usato per trattare l’asma e alcune condizioni allergiche cutanee, come l’eczema. Inoltre, è risultato utile per il trattamento di IBS (sindrome dell’intestino irritabile) come antinfiammatorio e per alleviare la flatulenza. Diversi studi clinici, infatti, hanno confermato che il Lactobacillus salivarius è indicato per sopprimere le citochine pro-infiammatorie (proteine) e per sopprimere la crescita eccessiva batterica nell’intestino. Inoltre, gli esperti stanno indagando sulle sue potenziali proprietà antitumorali.

Lactobacillus acidophilus LA14-1

Il Lactobacillus Acidophilus possiede numerose proprietà benefiche, tra le quali:

  • Inibisce la produzione di altri microrganismi nell’intestino e favorisce l’eliminazione di tossine prodotte da batteri proteolitici;
  • É fondamentale per la sintesi della vitamina B a livello intestinale;
  • Aiuta a prevenire le infezioni intime femminili, come candida o vaginite batterica;
  • Favorisce la produzione di enzimi che aiutano la digestione di proteine e grassi;
  • Contribuisce a diminuire l’intolleranza al lattosio causata dalla carenza dell’enzima lattasi, producendo esso stesso questo enzima;
  • Aiuta a contrastare la diarrea e a migliorare la stitichezza;
  • Migliora il metabolismo del calcio e aiuta nel trattamento dell’osteoporosi;
  • Riduce i livelli di colesterolo.

Bifidobacterium BGN 4-1

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato l’efficacia del Bifidobacterium nel trattamento di molteplici condizioni. In particolare, ha effetti benefici sull’intestino crasso ed é un ottimo coadiuvante in caso di:

  • intossicazione del fegato
  • intolleranze alimentari
  • diarrea e/o stitichezza
  • infezioni batteriche o fungine
  • infiammazione dell’intestino crasso
  • calo delle difese immunitarie
  • supporto delle terapie antibiotiche
  • disbiosi intestinale
  • malassorbimento dei nutrienti
  • carenze vitaminiche del complesso B
  • agenti potenzialmente cancerogeni

Le sue principali proprietà terapeutiche sono:

  1. Contrasta i patogeni: esperimenti in vitro hanno ha dimostrato che le cellule di B. bifidum sono in grado di inibire fortemente l’adesione di enteropatogeni, compresi Escherichia coli ed Enterobacter sakazakii, che sono spesso collegati a gravi malattie gastrointestinali dei neonati. Inoltre, può aiutare a ridurre le infezioni da Candida albicans;
  2. Migliora l’IBS e la colite: uno studio clinico ha dimostrato gli effetti benefici nel trattamento della sindrome del colon irritabile. In particolare, ha migliorato significativamente i sintomi (dolore, distensione, gonfiore addominale e disturbi digestivi) migliorando anche la qualità della vita. Inoltre, in altri studi ha mostrato di ridurre l’infiammazione intestinale in caso sintomi di colite;
  3. Riduce l’acne: molte condizioni infiammatorie della pelle, tra cui acne, dermatiti, eczema e psoriasi, sono direttamente collegate a disturbi del microbioma intestinale. In uno studio italiano, infatti, è emerso che il B. bifidum può essere di supporto nel trattamento dell’acne, migliorando l’aspetto della pelle molto più rapidamente;
  4. Durante la gravidanza sostiene l’intestino della mamma e del neonato: la trasmissione verticale tra madre e bambino avviene durante la nascita ed è supportata anche dall’allattamento al seno. Per questo motivo la mamma che assume B. bifidum durante la gravidanza e l’allattamento favorisce la presenza di un’adeguata comunità bifidobatterica nell’intestino del neonato. Inoltre, l’assunzione di questo probiotico, in associazione ad altri bifidobatteri e lattobacilli, si è dimostrata utile per la prevenzione della dermatite atopica nei nascituri.

Vitamina C (acido ascorbico)

La vitamina C, anche conosciuta come acido ascorbico, appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili, ossia quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte tramite l’alimentazione. Oltre a sciogliersi nell’acqua, questa vitamina è sensibile alle alte temperature, pertanto in caso di cottura in acqua, perde tutte le sue proprietà.

La vitamina C prende parte a molte reazioni metaboliche e alla biosintesi di ormoni, aminoacidi e collagene. Grazie ai suoi forti poteri antiossidanti, rinforza il sistema immunitario e supporta l’organismo a prevenire il rischio di tumori (soprattutto allo stomaco) inibendo la sintesi di sostanze cancerogene. Il suo apporto, inoltre, è di fondamentale importanza allo scopo di neutralizzare i radicali liberi.

Eccipiente (amido di mais pregelatinizzato)

Gli eccipienti sono delle sostanze usate nella produzione di una forma farmaceutica. La loro funzione principale è quella di facilitare la produzione del medicinale a diversi livelli, influenzandone in parte le caratteristiche farmaceutiche. Infatti, alcuni eccipienti utilizzati nella preparazione dei farmaci possono modificare il rilascio del principio attivo dalla forma farmaceutica.

Gli eccipienti hanno la funzione di favorire la preparazione, la conservazione e la somministrazione dei farmaci. Inoltre, sono gli unici componenti che possono fare la differenza tra un farmaco di marca e uno generico. Ecco quali sono quelli più utilizzati:

  • Agglutinanti: la loro funzione è quella di mantenere unite le componenti. Alcuni dei più utilizzati sono gli amidi, gli zuccheri, il lattosio o zuccheri come lo xilitolo;
  • Diluenti: riempiono il contenuto di una pastiglia o di una capsula, per ottenere una presentazione adatta al consumo. La cellulosa vegetale è uno dei più usati sotto forma di compresse o pillole in gelatina solida;
  • Disgreganti: fanno sì che il rilascio dei principi attivi migliori nell’apparato digerente;
  • Lubrificanti: sono fondamentali per evitare la formazione di grumi o che gli ingredienti si attacchino ai macchinari, in fase di produzione. Alcune delle sostanze più utilizzate sono i minerali comuni, come il talco;
  • Rivestimenti: questi eccipienti hanno il compito di proteggere gli ingredienti da agenti atmosferici come aria o umidità. Inoltre, fanno in modo che le compresse dal sapore sgradevole possano essere ingoiate più facilmente. Normalmente viene utilizzato uno strato di cellulosa privo di qualunque sostanza allergenica;
  • Edulcoranti: la funzione principale di questi eccipienti è quella di favorire la deglutizione delle compresse, migliorandone il sapore;
  • Aromatizzanti e coloranti: migliorano le proprietà organolettiche dei farmaci e promuovono anche l’adesione alle linee guide terapeutiche.

Come e quando assumere i fermenti lattici

Se sono presenti disturbi intestinali specifici che prevedono anche terapie farmacologiche o in caso di diarrea indotta da antibiotici, si consiglia sempre di consultare il proprio medico e di seguire le sue indicazioni in merito alla tipologia di fermenti lattici migliori da usare, alla modalità e ai tempi del trattamento. Se, invece, lo scopo è migliorare il benessere di un intestino pigro, si possono intraprendere cicli di assunzione di fermenti lattici, in base alle proprie necessità.

La durata del trattamento naturalmente varia da caso a caso; in genere 1-2 settimane di assunzione sono sufficienti per ottenere il riequilibrio della flora batterica intestinale. Dato che l’efficacia dei fermenti lattici è legata alla quantità di microrganismi benefici assunti, quando si sceglie il probiotico da usare è necessario verificare che il prodotto contenga alcuni miliardi di cellule vive per ogni dose giornaliera e almeno un miliardo (109) per ciascuno dei ceppi batterici dichiarati in etichetta.

Per permettere ai fermenti lattici di raggiungere rapidamente l’intestino e agire nel migliore dei modi, è bene assumerli a stomaco vuoto o lontano dai pasti (almeno mezz’ora prima di mangiare o almeno 2 ore dopo), ripetendo l’assunzione 1-2 volte al giorno, in base alle indicazioni riportate sul prodotto o consigliate dal medico.

Le modalità di assunzione possono variare a seconda della tipologia di prodotto scelto: compresse masticabili, bustine orosolubili (entrambe da sciogliere in bocca), compresse e capsule convenzionali (da deglutire intere con un po’ d’acqua) e soluzioni liquide, in sacchettino o flaconcino monodose.

Fermenti lattici migliori: conclusioni

I fermenti lattici possono essere d’aiuto in tantissime situazioni, come avete visto. Inoltre, gli effetti indesiderati sono piuttosto rari e non risultano interazioni con i farmaci. Pertanto, in linea generale possono essere assunti a tutte le età e in quasi tutte le circostanze. Tuttavia, se avete dei dubbi non esitate a chiedere consiglio al vostro medico, che saprà indicarvi certamente i fermenti lattici migliori per le vostre esigenze!

 

 

 

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